Ben 1.325.167 elettori ed elettrici
Il 54% dell’elettorato di Napoli e provincia si è astenuto
Rispetto alle politiche 2013 l’astensionismo aumenta del 17,6% e del 9,9% rispetto alle europee. Crollano tutti i partiti del regime neofascista, ad eccezione di PD e M5S che raccattano voti da destra e dall' IDV

Redazione di Napoli
Più della metà dell’elettorato di Napoli e provincia, in linea con quanto espresso dal resto della Campania, ha detto no all’Unione europea imperialista. È quanto emerge dalle urne con l'astensionismo che ottiene un prorompente 54%, più 9,9% rispetto al 2009. Ancor migliore il dato riguardante il raffronto con le più recenti elezioni politiche, dove l’aumento dell’astensionismo è a dir poco esponenziale, con ben il 17,6% (+416.384)
Raffrontando le elezioni europee del 2009 e quelle del 2014 si può notare che Napoli è la prima città in Campania per astensionismo, seguita da Caserta (52%), Benevento (50,2%), Salerno (49,3%), Avellino (49,3%), con calcoli che attengono anche l’hinterland di queste città. Le masse hanno voluto punire severamente l’illusione di una Unione europea che potesse essere riformata, come hanno cianciato neorevisionisti, trotzkisti e liberali di “sinistra” in tutta la campagna elettorale, respingendo questo grande imbroglio al mittente.
L’astensionismo ha letteralmente spezzato le gambe alla lista Tsipras che a Napoli nemmeno sul calcolo dei voto validi riesce a raggiungere il 4%, attestandosi al 3,9% sui voti validi, pari all’1,8% del corpo elettorale. I sostenitori della lista del nuovo “idolo” della “sinistra” borghese, ossia Ferrero (PRC) e Vendola (SEL) hanno perso per strada, rispetto alle precedenti elezioni, centinaia di migliaia di voti e precisamente 72.727 voti, attestandosi su appena 43.882. Alle precedenti europee del 2009 il PRC-Sinistra Europea-PdCI aveva raccolto 116.609 (pari al 4,7% degli elettori totali e all’8,5% sui voti validi); neanche rispetto alle precedenti elezioni politiche vi è un recupero, ma anzi una iforte perdita di ben 52.939 voti (-2,2%) finiti nell’astensionismo. In questo modo neanche questa operazione della lista Tsipras ha sortito gli effetti sperati dai vecchi volponi storici neorevisionisti e trotzkisti, non attecchendo tra le masse popolari di Napoli e provincia.
Il PD riesce ad aumentare la sua porzione di voti (+83.754) attestandosi sul 17,1% (+3,4% rispetto alle scorse elezioni). Non raffrontabile il Movimento 5 Stelle che prende comunque 279.230 voti, ma ne perde 70.452 rispetto alle politiche 2013, ponendosi alle spalle del PD: in realtà sia per i renziani che per M5S si tratta di una vittoria di Pirro, atteso che essi hanno pescato da destra e dall’Italia dei Valori di Di Pietro che registrano un forte crollo sia in città che in provincia.
Il risultato di Napoli, che conferma l’ondata astensionista sia delle scorse politiche che delle amministrative, conferma la sfiducia quasi totale verso l’Unione europea imperialista e le sue politiche antipopolari. Che i sinceri fautori del socialismo qualifichino il loro astensionismo dando tutta la forza al PMLI, unendosi per conquistare il socialismo e l’Europa dei popoli.


18 giugno 2014